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Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2024

12 giugno 2024

12 giugno 2024: Rafforzare l’impegno per l’eliminazione del lavoro minorile

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Il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico. Esso comprende varie forme di sfruttamento e abuso spesso causate da condizioni di estrema povertà, dalla mancata possibilità di seguire un percorso d’istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini e delle bambine vengono calpestati per favorire i profitti e i guadagni degli adulti. Ai bambini che si trovano in situazioni di lavoro minorile viene negato il diritto di andare a scuola, la possibilità di giocare e di godere dei loro affetti. Molti di questi bambini sono coinvolti nei processi produttivi dell’economia globalizzata: in agricoltura, nelle miniere, nei servizi e nelle industrie per la produzione di beni destinati all’esportazione. Essi sono spesso reclusi, emarginati, esposti a sofferenze fisiche e psicologiche.

Nei primi vent’anni di questo secolo sono stati fatti notevoli progressi nella riduzione del numero dei bambini costretti a lavorare piuttosto che vivere appieno la loro infanzia e adolescenza. I conflitti, le crisi multiple e la pandemia di COVID-19 hanno fatto precipitare parecchie famiglie nella povertà e costretto milioni di bambini a lavorare. Poco prima dell’inizio della pandemia erano 160 milioni i bambini e adolescenti nel mondo (uno su dieci del totale della popolazione mondiale dei minori) che lavoravano piuttosto che andare a scuola. La crisi economica generata dalla pandemia, i conflitti e le altre catastrofi umanitarie hanno esposto un numero sempre maggiore di bambini e adolescenti al rischio di sfruttamento lavorativo. Senza l’adozione di misure per mitigare l’impatto delle crisi e dei conflitti in corso, l’OIL stima che il lavoro minorile potrebbe aumentare ulteriormente. Questo é un paradosso se si pensa che oggi sono oltre 200 milioni i giovani in età lavorativa e gli adulti che vorrebbero un lavoro ma non lo trovano.

La Giornata mondiale di quest’anno celebra il 25º anniversario dell’adozione della Convenzione OIL n. 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile (1999) che nel 2020 ha realizzato l’importante traguardo di ratifica da parte di tutti i 187 paesi che fanno parte dell’OIL. Con la Giornata si richiama la necessità di onorare gli impegni presi e di attuare la Convenzione n. 182 e l’importanza di raggiungere la ratifica universale e di attuare la Convenzione n. 138 sull'età minima (1973) — l’altro strumento giuridico internazionale che fissa l’età minima per l’ammissione al lavoro. 

L’abolizione del lavoro minorile rappresenta una priorità per l’azione dell’OIL sin dalla sua istituzione nel 1919. Con l’Obiettivo 8.7  dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, tutti i Paesi si sono impegnati ad adottare misure per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2025.  L’OIL ha lanciato insieme ai suoi partner l’“Alleanza 8.7”, un’alleanza mondiale per porre fine al lavoro minorile, al lavoro forzato, alla schiavitù moderna e alla tratta degli esseri umani.

Il lavoro minorile continua ad essere un fenomeno di portata globale e tutti i paesi ne sono colpiti, sia direttamente che attraverso i canali del commercio mondiale e delle filiere globali di fornitura. Anche l’Italia non è esente da sacche di sfruttamento del lavoro minorile. I dati delle rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) evidenziano che nel 2022 quasi tre bambini e adolescenti italiani di età inferiore ai 16 anni su dieci (o il 28,8 per cento) erano a rischio di povertà e di esclusione sociale. La proporzione di questo rischio varia a seconda delle aree geografiche del paese passando da quasi la metà della popolazione di riferimento nel Sud e nelle Isole (o il 46,6 per cento) al 21,4 per cento nelle aree centrali e al 18,3 per cento nelle Regioni del Nord Italia. 

Nel 2022, il rischio di povertà o esclusione sociale colpisce il 28,8 per cento dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4 per cento del totale della popolazione. un minore su quattro (o il 24,9 per cento) era a rischio di povertà e di esclusione sociale. L'ultimo Rapporto dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza indica che la dispersione scolastica degli alunni delle scuole secondarie di primo grado (età 11–14 anni) riguarda principalmente i bambini e gli adolescenti e le regioni del Sud e le isole, con la Sicilia che registra il tasso più alto. In queste regioni, il rapporto segnala un’apparente correlazione tra abbandono scolastico e lavoro minorile che riguarda in particolare i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 15 anni. 

“L’esclusione dall’istruzione e dalla formazione è spesso sistemica. Essa è anche alla radice del lavoro minorile, dei lavori sotto remunerati e di scarsa qualità, e della segmentazione del mercato del lavoro. È piuttosto probabile che un bambino che oggi non frequenta la scuola perché costretto a lavorare sarà un lavoratore povero durante tutta la vita lavorativa” ha affermato Gianni Rosas, Direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino.

“In generale, il lavoro minorile in Italia rimane sottotraccia a causa della mancanza di rilevazioni statistiche e di dati amministrativi. I dati sono il punto di partenza e lo strumento indispensabile per monitorare il fenomeno e per attuare interventi mirati e basati sui bisogni e le caratteristiche individuali dei bambini e sulle specificità dei diversi comparti economici e zone geografiche maggiormente colpite” ha aggiunto Rosas.

La Giornata mondiale contro il lavoro minorile di quest’anno è momento per rinnovare l’impegno a porre fine al lavoro minorile e per dimostrare che il cambiamento può essere raggiunto. Le azioni per combattere il lavoro minorile e per far progredire la giustizia sociale sono al centro dell’Appello all’azione di Durban sull’eliminazione del lavoro minorile, adottato dalla 5ª Conferenza mondiale per l’eliminazione del lavoro minorile dell’anno scorso. L’Appello propone una serie di misure concrete per invertire la tendenza e eliminare il lavoro minorile attraverso l’utilizzo di qualsiasi leva economica, politica e sociale disponibile. Esso chiede di garantire che la lotta al lavoro minorile abbia la priorità nelle politiche e nelle attività nazionali e globali, nella cooperazione allo sviluppo e negli accordi finanziari, commerciali e di investimento.

L’esperienza nell’affrontare il lavoro minorile degli ultimi tre decenni ha dimostrato che questo può essere eliminato attraverso l’attuazione di azioni concrete che includono:

  • l’adozione e applicazione di legislazione nazionale basata sulle norme internazionali del lavoro;
  • l’accesso universale all’istruzione di qualità e alla protezione sociale;
  • la garanzia di un lavoro dignitoso per i giovani e gli adulti attraverso politiche per il miglioramento delle condizioni di lavoro, della salute e sicurezza sul lavoro e dei redditi; e
  • il dialogo sociale.

Oltre che continuare a promuovere la ratifica universale della Convenzione OIL n. 138 sull’età minima di ammissione al lavoro e a supportare gli Stati nell’attuazione degli impegni presi a Durban, L’OIL s’impegna a rafforzare l’azione internazionale per la realizzazione della giustizia sociale, in particolare nell’ambito della Coalizione mondiale per la giustizia sociale, con l’eliminazione del lavoro minorile come uno dei suoi elementi cardine.

 

Evento di alto livello durante la 112ª Conferenza internazionale del lavoro
WDACL2024 ILO Live event

ILO live

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Let’s act on our commitments: stop child labour!
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Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile

Scopri le attività che celebrano la Giornata mondiale contro il lavoro minorile in tutto il mondo
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